Dopo giorni di attesa ho trovato giusto comunicarlo alla rete dei colleghi e dei partners che mi conoscono, affinché possano diffondere questo messaggio nelle rispettive reti … del resto è sempre possibile che io abbia conosciuto/incontrato contatti di vostra conoscenza.
Il mio pensiero è anche rivolto a tutti quelle persone che stanno cercando di affrontare questo momento, cercando di capire come riorganizzare la propria attività lavorativa, nonché la propria vita.
A tutti voi voglio comunicare questo messaggio, sperando che possa essere motivo di riflessione propositiva e di spinta verso un futuro differente, verso un futuro su cui siamo chiamati a riflettere, osservando i segnali che probabilmente fino ad oggi non abbiamo considerato.
Ad ogni problema la sua soluzione! E anche se può sembrare difficile cerchiamo di non dimenticarlo mai …
Nel 1871, l’antropologo britannico Edward B. Taylor, nel suo celebre testo “Culture Primitive” diede una definizione di cultura in questi termini: “Cultura o civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualunque altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società”
Se fino a quel momento parlare di “cultura” significava fare riferimento al sapere delle “persone colte”, Taylor ci porta a riflettere sul fatto che ogni essere umano può acquisire/generare cultura, perché membro di una società … come dire “non siamo soli!”
Seppure datata, trovo oggi questa definizione “sempreverde” perché nella saggezza di questa innovazione di allora credo ci sia un primo “vaccino” al momento attuale …
Ebbene sì! Sono convinto che la Cultura sia il principale vaccino di cui possiamo avere bisogno!
La cultura ha generato, genera e, genererà sempre gli strumenti di cui l’Uomo ha bisogno per camminare (Taylor avrebbe detto “evolvere”) sul proprio Sentiero di Luce.
Quando questo momento terminerà e state pur certi che accadrà! Noi tutti penso saremo chiamati a riflettere su quanto accaduto e su come l’organizzazione del lavoro, delle nostre aziende e dei nostri territori dovrà cambiare.
Tuttavia se ci pensiamo questo cambiamento è già in atto …
DOBBIAMO TORNARE A STARE BENE
Intendo fisicamente e mentalmente! Perché ciò che non uccide, fortifica!
In questi giorni a clienti e colleghi ho dato la mia disponibilità ad aprire dei tavoli di confronto, perché confrontarsi è la migliore soluzione per organizzarsi nuovamente e portare innovazioni/cambiamenti a processi, metodi, strumenti e quant’altro sia utile e porti benefici.
Scritto così può sembrare difficile/visionario, ma in realtà credo che alcune basi siano state poste.
Tutto sommato non è niente di nuovo … ecco qualche spunto …
SMART WORKING OVVERO UN APPROCCIO SMART AL LAVORO E ALLA SUA ORGANIZZAZIONE.
Non è solo un fatto di telelavoro, anche perché se riflettiamo sul numero di volte che alla sera leggiamo mail, scriviamo messaggi, parliamo di lavoro mentre siamo in compagnia di amici/colleghi, WhatsApp notturni etc. sono dell’avviso che di questo “smart working” ne facciamo già abbastanza e gratuitamente … non credete?
WELFARE AZIENDALE/SOCIALE e TERRITORIALE: I TRE LATI DEL UN TRIANGOLO
Pochi giorni fa con un gruppo di lavoro piemontese abbiamo inviato un progetto nel quale cooperative sociali ed aziende si sono costituite in ATI per svolgere un’azione di sviluppo di attività di welfare, per così dire, non rituale.
Nel progetto sono previste anche delle interviste qualitative in profondità agli imprenditori e presidenti di cooperative, perché dalla concertazione di questi attori è emerso che le aziende vanno ricercando strumenti e approcci che sono propri del terzo settore, ma allo stesso tempo le cooperative sociale necessitano di essere organizzate come delle aziende, perché di fatto lo sono!
Durante gli incontri abbiamo compreso che questa sana interazione genera un agire comune a vantaggio dei territori e delle famiglie. Oltretutto lo Stato agevola con varie misure questi approcci … sono certo che abbiamo tutti sfruttato appieno la misura ministeriale prevista dal Bando Conciliamo con €80.000.000 di finanziamento per progetti aziendali … giusto?
RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA
Non vuole essere solo un’azione di comunicazione verso l’esterno delle multinazionali che mettono a budget fondi per attività varie, ma vuole essere un’azione comunicativa verso i propri dipendenti e verso l’esterno. Aprire un dialogo con più portatori d’interessi (Stakeholders) e creare valori su cui fondare la comunicazione d’impresa, aiuta l’azienda a posizionarsi sui propri mercati di riferimento in maniera differente rispetto ai propri competitors (brand reputation).
UTILIZZO DELLE TECNOLOGIE OVVERO COME OTTENERE IL “DONO DELL’UBIQUITA’”
Le tecnologie connesse all’intelligenza artificiale, alla realtà aumentata/virtuale, block chain, alla connessione 5G etc. aiutano a svolgere compiti ripetitivi e di controllo, senza la concreta presenza dell’uomo. In molti casi l’uso di strumenti intelligenti consente di recuperare moltissimo tempo, azzerando il margine di errore.
Questo tempo, se impiegato per lavorare congiuntamente su progetti, problemi etc. consente ai lavoratori di vivere un’esperienza più ricca e creare maggiore senso di appartenenza all’azienda, ottenendo una sorta di positiva “ubiquità” che consente di svolgere più compiti, nonché essere presente (virtualmente) in più contesti … oppure di poter godere di un tempo nel quale vedi tua figlia piccina sorridere di gusto, mentre la mamma lancia una stellina di pezza al proprio cagnolino …
ACCOMPAGNARE AL CAMBIAMENTO
Tutte queste considerazioni potranno sembrare a molti astratte, visionarie, forse anche prive di senso … potrebbe anche darsi. Tuttavia credo che le aziende non possano essere semplicemente consigliate all’acquisto del programma “X” o, della tecnologia “Y”, rispetto alla necessità “Z”.
Abbiamo il dovere di prepararci e di capire insieme alle aziende come affrontare questo cambiamento, per essere pronti in futuro e, generare ancora una volta il cambiamento.
Il confronto è indispensabile e la formazione lo sarà altrettanto.
A tal proposito le Regioni emettono misure dedicate alla formazione continua, a prescindere dall’adesione ai vari fondi interprofessionali per la formazione.
Regione Lombardia ha recentemente emanato alcuni dispositivi con particolare riferimento alla formazione continua FASE VI e allo Smart Working.
Queste misure sono strumenti concreti su cui far ricadere iniziative atte ad attivare il cambiamento.
Se volete possiamo parlarne! Contattatemi!
Ebbene sì! Sono positivo sul fatto che uscire da questo momento di difficoltà!
Ebbene sì! Sono certo che un cambiamento è in atto e dobbiamo esserne felici!
Ebbene sì! Sono positivo sul fatto che abbiamo già degli strumenti con i quali operare!
Ebbene sì! Per altre questioni contingenti il momento SONO NEGATIVOOOOOO 😉
#iosonopositivo Alberto Ranzini Articolo di Linked in del 5/3/2020
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